Sappiamo che l’uomo è per sua natura onnivoro, quindi in grado di consumare sia vegetali che animali. Lo abbiamo ripetuto molte volte, soprattutto in merito ai dibattiti tra vegani e carnivori, ribadendo l’importanza di una dieta variegata ed equilibrata. Ma com’è che l’uomo ha iniziato a mangiare carne? E quali sono state le conseguenze di questo cambiamento? Andiamo ad analizzare insieme l’antropologia della carne, ovvero il rapporto tra carne ed evoluzione umana.
Alle origini dell’evoluzione del genere homo, l’alimentazione era prevalentemente legata alla vita sugli alberi. I nostri antenati mangiavano soprattutto vegetali: frutta, verdura, semi e bacche. Un primo cambiamento radicale avviene nel Paleolitico. Il Paleolitico inizia circa 2,5 milioni di anni fa e porta tante variazioni significative per il genere umano, ad esempio la capacità di accendere e controllare il fuoco.
C’è però un cambiamento che riguarda da vicino tutti noi amanti della carne: è proprio in questo periodo che la dieta dell’essere umano cambia, e che diventiamo onnivori. L’uomo infatti non vive più sugli alberi, ma è una specie nomade, che migra a seconda delle sue necessità. L’evoluzione dei nostri antenati li porta inoltre a cercare nuove fonti di sostentamento, ed è così che iniziano a cacciare. E la caccia porta inevitabilmente all’introduzione della carne nella nostra dieta quotidiana.
L’inizio della caccia non porta solo ad una variazione nella dieta degli esseri umani. Ci sono infatti tanti aspetti che cambiano per adattarsi alla necessità di cacciare gli animali. L’uomo da nomade inizia a diventare più stanziale, andando a costruire i primi villaggi. Nei villaggi troviamo anche una prima forma di divisione dei compiti. Se le donne e i bambini si dedicano soprattutto ad andare a raccogliere frutta, verdura e bacche, gli uomini si organizzano per andare a caccia o a pesca.
La caccia è di per sé un’attività che richiede collaborazione: gli uomini iniziano ad aiutarsi tra loro per riuscire ad ottenere risultati migliori. E dopo aver collaborato, si consumano insieme i prodotti che ci siamo procurati. È proprio in questo periodo, con l’arrivo della carne nella nostra dieta, che nasce una prima idea di convivialità. Quante volte ci sarà capitato di passare serate in compagnia davanti ad una bella bistecca? O quante giornate di sole abbiamo trascorso facendo grigliate? Ecco, le radici di questo comportamento si ritrovano proprio nel Paleolitico. Insomma, un bel pezzo di carne è sempre servito come base per un bel pasto in compagnia.
L’inizio della caccia non porta solo ad una variazione nella dieta degli esseri umani. Ci sono infatti tanti aspetti che cambiano per adattarsi alla necessità di cacciare gli animali. L’uomo da nomade inizia a diventare più stanziale, andando a costruire i primi villaggi. Nei villaggi troviamo anche una prima forma di divisione dei compiti. Se le donne e i bambini si dedicano soprattutto ad andare a raccogliere frutta, verdura e bacche, gli uomini si organizzano per andare a caccia o a pesca.
La caccia è di per sé un’attività che richiede collaborazione: gli uomini iniziano ad aiutarsi tra loro per riuscire ad ottenere risultati migliori. E dopo aver collaborato, si consumano insieme i prodotti che ci siamo procurati. È proprio in questo periodo, con l’arrivo della carne nella nostra dieta, che nasce una prima idea di convivialità. Quante volte ci sarà capitato di passare serate in compagnia davanti ad una bella bistecca? O quante giornate di sole abbiamo trascorso facendo grigliate? Ecco, le radici di questo comportamento si ritrovano proprio nel Paleolitico. Insomma, un bel pezzo di carne è sempre servito come base per un bel pasto in compagnia.
Il fatto che l’uomo sia onnivoro è uno degli elementi che ha permesso la sopravvivenza della specie umana per così tanto tempo, rendendoci più facile procurarci del cibo. Ma il cambiamento di dieta ha portato anche a delle variazioni nel nostro organismo, rese possibili proprio nel Paleolitico. Il cambiamento nella nostra alimentazione e la capacità di utilizzare il fuoco per cuocere gli alimenti ha portato l’uomo a dover sprecare meno tempo a procurarsi da mangiare. Questo nuovo modo di vivere ha portato quindi i nostri antenati a sviluppare più il loro cervello, dando il via al processo di encefalizzazione. Il cervello umano ha infatti iniziato ad aumentare le sue dimensioni, cambiando radicalmente la nostra composizione corporea.
I cambiamenti sono legati anche al fatto che, iniziando a mangiare carne, l’uomo comincia ad assumere nuove sostanze nutritive. Tra queste troviamo la vitamina B12. La vitamina B12 ha a sua volta un ruolo fondamentale nel processo di encefalizzazione e sviluppo del ragionamento. Si tratta di una sostanza fondamentale per il sistema nervoso centrale, di cui appunto il cervello fa parte.
Lo sviluppo del ragionamento, reso possibile dal cambiamento nell’alimentazione dei nostri antenati, è collegato anche ad un altro fattore che abbiamo citato in precedenza: lo sviluppo della socialità. L’uomo non sviluppa solo migliori capacità cognitive, ma anche più abilità legate alla vita in gruppo. Gli uomini si trovano infatti a doversi confrontare, a dover discutere di come procurarsi più alimenti possibile, a dividersi i compiti.
Insomma, la carne ha avuto un ruolo fondamentale per lo sviluppo degli esseri umani e continua ad essere ancora oggi una parte importante della nostra dieta. Fonte di proteine, ferro e vitamina B12, contribuisce al corretto funzionamento del nostro organismo. Da consumatore ricordati sempre di scegliere una dieta variegata, e carne di qualità. Ma se invece per te la carne è una passione che vorresti trasformare in un mestiere, puoi dare un’occhiata ai nostri corsi.
A presto,
Enrico Conti