Allevamenti intensivi ed estensivi: Qual è la differenza?

Molto spesso, il consumatore non è davvero consapevole della differenza tra allevamenti intensivi ed estensivi.

Ecco perché oggi facciamo chiarezza su questi argomenti, ed illustriamo le caratteristiche degli allevamenti intensivi e estensivi, i pro e i contro.

C’è un mondo che ha fame di carne, che ci piaccia o no.

Vale la pena riflettere sulle metodologie di produzione per far sì di causare il minore impatto ambientale possibile e che vada in direzione di rispondere alla sempre più crescente domanda di carne.

Già a proposito di riflessioni…

Facciamo un salto indietro nell’evoluzione, o meglio restiamo laddove tutte le evoluzioni hanno luogo, ovvero al presente!

Da cosa misuriamo l’evoluzione di un popolo? Da cosa mette nel piatto!

In una cultura contadina, dove si ha il tempo ma non i soldi, il pollo, o il coniglio come l’anatra o il piccione, e talvolta il maiale, è una presenza costante nell’aia e sulla tavola.

Ma non appena quella cultura, quel popolo alza il livello di benessere, nel piatto, quel popolo vuol trovare la bistecca!

Questo implica tutta una serie di adeguamenti, e, mentre spariscono i pollai cittadini, nelle campagne si iniziano a vedere gli allevamenti industriali!

Ulteriore riflessione.

Da quando hai iniziato a leggere questo articolo, circa un minuto, sono nati 140 bambini su questo pianeta.

Sarà dunque opportuno ed etico trovare il modo di sfamare ciascuno di loro, nella maniera più giusta possibile?

Indice:

Allevamento intensivo: cosa significa

Per allevamento intensivo o allevamento industriale, indica quel tipo di allevamento che prevede la custodia, e la crescita degli animali in spazi ristretti e confinati, spesso parzialmente chiusi.

Questo tipo di allevamento è per questo spesso definito “industriale” ed è oggi praticato abbondantemente in tutti i paesi sviluppati.

La maggior parte della carne in commercio deriva perciò da allevamento intensivo.

Quali sono i vantaggi dell’allevamento intensivo?

L’allevamento intensivo, per il suo ambiente circoscritto ha dei vantaggi che riguardano il controllo e la salute degli animali stessi.

Ecco quali sono:

Protezione degli animali da intemperie e predatori;

Adeguata disponibilità di acqua e cibo, fornita dagli allevatori stessi al fine di ottenere il massimo rendimento produttivo, minimizzando gli sprechi;

Maggior controllo dell’animale: l’ambiente circoscritto permette di avere maggior controllo su ogni animale e di curare tempestivamente le eventuali malattie;

Richiede meno costi dell’allevamento estensivo ed il prodotto finale è perciò più economico;

Andiamo un pò indietro alla nascita dei primi allevamenti: nel 1965 il governo inglese commissionò un rapporto ad un gruppo di ricercatori, tra i cui membri vi era un veterinario; ne scaturì il Brambell Report.

Questo rapporto, oltre ad essere uno dei primi documenti ufficiali relativi al benessere animale, enunciò il principio delle cinque libertà per la tutela degli animali:

Libertà dalla fame, dalla sete e dalla cattiva nutrizione;

Libertà dai disagi ambientali;

Libertà dalle malattie e dalle ferite;

Libertà di poter manifestare le caratteristiche comportamentali specie-specifiche;

Libertà dalla paura e dallo stress.

Siamo su un terreno piuttosto sicuro asserendo che l’allevamento intensivo affronta e risolve in maniera egregia le prime tre voci e in maniera più che sufficiente la quinta, considerando che sono state formalizzate e rese molto più razionali le procedure di trasporto e stazionamento per e presso le aree di macellazione.

Quali sono gli svantaggi?

Dal punto di vista delle razze, vengono privilegiate le razze a rapido accrescimento, come ad esempio le razze cosmopolite (vedi articolo sulle razze) a svantaggio delle razze rustiche-storiche italiane.

Questo significa che si perderanno progressivamente le identità territoriali, con evidente discapito della biodiversità e del nostro godimento a tavola.

Se vuoi mangiare una Fiorentina come si deve dovresti scegliere tra una Marchigiana o una Maremmana o una Chianina, mentre se vuoi una tartara davvero sublime potresti voler scegliere una Piemontese o Fassona che dir si voglia.

Queste sono razze che mal si adattano al modello industriale di allevamento e si trovano ancora nelle realtà italiane in allevamenti più ridotti.

Ma è vero che gli allevamenti intensivi non rispettano il benessere animale?

Piccolo è bello…

Non è sempre sempre così.

Ho visitato personalmente alcuni piccoli allevatori ai margini delle campagne, quasi al confine con le città, in Toscana, e ho osservato che le condizioni igieniche erano migliorabili, la luce scarsa e la capacità di movimento ridotta.

Cosa che non accade assolutamente in realtà più estese con controlli serrati.

D’altra parte visitando gli allevamenti semibradi di Cinta Senese dell’Alto Merse in provincia di Siena si ritorna nelle realtà bucoliche e idilliache sognate da qualsiasi amante della natura.

Comunque per riassumere: le condizioni di igiene e benessere approssimative, che 40 anni fa potevano essere considerate normali, oggi non sono tollerate in Europa, ed il benessere animale, anche nei grandi allevamenti è di importanza centrale.

Dal punto di vista dei controlli è l’Italia tuttavia, che spicca.

Nel bel paese infatti i controlli sono i maggiori che in tutta l’unione Europea.

Il mancato rispetto del benessere animale infatti in Italia è un reato punibile dal codice penale, vallo a trovare un altro paese in Europa e forse nel mondo dove questo accade! (Art.544-ter della legge 198/2004 modificata dalla legge 201 del 2010).

Questo da luogo ad una serie di ispezioni che fanno dell’Italia il paese più controllato in Europa.

L’allevamento intensivo inquina davvero?

Abbiamo sentito più o meno tutti che gli allevamenti sono la causa delle emissioni più nocive per l’inquinamento, ma è davvero così?

Di sicuro la zootecnia ha un impatto sul riscaldamento globale ma bisogna considerare una certa quantità di altri fattori.

Se guardiamo all’allevamento dei bovini, i più impattanti dal punto di vista dell’inquinamento, essi si nutrono di materie vegetali che noi non potremmo mai digerire, vale a dire trasformano i foraggi o addirittura la cellulosa, la sostanza che compone gli alberi, in carne,latte e proteine nobili.

In cambio di questo favore gigantesco defecano e “scoreggiano” alquanto furiosamente!

Ma..paragonare l’anidride carbonica e il metano, frutto del loro metabolismo, con i gas emessi da un’auto, una centrale elettrica a carbone o una fabbrica è un pò azzardato.

Infatti non contengono sicuramente polveri sottili o particolato (sono un pulviscolo molto fine che può comprendere sostanze nocive per la salute quali metalli pesanti, solfati e nitrati).

Inoltre, grazie all’amico Andrea Bertaglio (“In difesa della carne”ed. Lindau 2018) cito una ricerca di Thomson Reuters: un quarto delle emissioni provocate nel pianeta è causato da 100 aziende che da sole hanno generato nel 2015 28,4 miliardi di Co2 equivalente.Nessuna di queste 100 aziende apparteneva al settore zootecnico.

Allevamento estensivo: caratteristiche e peculiarità

La differenza principale tra allevamento intensivo ed estensivo risiede nella qualità di vita dell’animale.

In questo caso infatti gli animali vengono portati al pascolo, hanno maggiore libertà di movimento, ed il fine è proprio quello di garantirgli una vita quanto più simile allo stato brado.

Non bisogna però credere che gli animali vivano completamente in natura senza l’ausilio dell’uomo.

Anche in questo caso, ad esempio, il solo foraggio dell’animale potrebbe non bastare a garantire una buona crescita e vengono perciò forniti cibi e acqua dall’uomo.

Quali sono i vantaggi?

Vediamo nel dettaglio i vantaggi e gli svantaggi anche di questo tipo di allevamento:

Maggior rispetto della vita dell’animale

Una parte dell’alimentazione data dal foraggio dell’animale permette all’allevatore di risparmiare in parte sul mangime

Gli animali sono tenuti all’aperto e perciò non serve costruire impianti chiusi predisposti all’allevamento

Anche in questo caso però ci sono degli svantaggi che non si possono non considerare!

Allevamento estensivo: ecco gli svantaggi

Intanto come premessa: tipi di bestiame generalmente selezionati per l’allevamento estensivo sono quelli di bovini, ovini e caprini.

A volte si pensa che l’allevamento estensivo presenti solo dei vantaggi, e non si tiene conto di alcune criticità altrettanto importanti.

Il più importante di tutti è che l’animale libero non è necessariamente sano!

Parassiti, eccesso di freddo, di intemperie e una difficoltà maggiore di ispezionare con frequenza i capi rendono questo tipo di allevamento talvolta sconveniente e meno etico di un buon allevamento intensivo, in cui ci si prende cura giornalmente dei fabbisogni alimentari e del benessere generale dell’animale.

Non occorre quindi fare la morale, ognuno tiri le sue conclusioni da solo.

La cosa importante è notare che nonostante tutto, i cambiamenti positivi avvengono nel nostro paese.

La conservazione delle biodiversità è stata capita e accettata anche in sede politica e operativa, così alcune razze ormai sull’orlo dell’estinzione, autentici e irriproducibili gioielli genetici sono stati presi in esame.

Mi riferisco a razze quali sono sicuramente la Maremmana, la Podolica e la Modicana, che sono state parzialmente recuperate e sono in corso una serie di interventi, anche con aiuti finanziari, affinché si scongiuri l’estinzione.

Così queste razze ormai ridotte numericamente sia come numero di capi e sia come numero di allevamenti in selezione, ricominciano a sperare.

Insieme a questa nuova cultura nasce anche quel movimento semplicemente indicato con la dizione di biologico, si sviluppa la filiera corta, ritorna il mercato contadino, i gruppi di acquisto solidale e il km 0.

Tutto questo fenomeno apre nuove strade e segna la riscoperta di vecchi sapori.

Si delinea un nuovo consumatore attento e disposto a pagare di più un prodotto sano, tipico e ben definito, riconoscibile per origine e metodo di produzione.

Si formano così nuovi mercati di nicchia: una grande opportunità da non perdere e che potrebbe rivalutare nel tempo questi bovini, ma anche altre razze e specie, così come la loro carne per soddisfare sul piano del gusto e della salubrità il consumatore più esigente, e ci auguriamo sinceramente che l’allevamento, l’amore per gli animali da reddito, troni e continui a brillare più di prima!