Molto spesso, il consumatore non è davvero consapevole della differenza tra allevamenti intensivi ed estensivi.
Ecco perché oggi facciamo chiarezza su questi argomenti, ed illustriamo le caratteristiche di ogni tipo di allevamento, i pro e i contro.
Iniziamo con l’allevamento intensivo.
Per allevamento intensivo si indica quel tipo di allevamento che prevede la custodia, la crescita e la riproduzione degli animali in spazi ristretti e confinati, spesso parzialmente chiusi.
In base alla specie allevata, ad ogni animale spetta da 1 m² a 2 m² di spazio.
Questo tipo di allevamento è per questo spesso definito “industriale” ed è oggi praticato abbondantemente in tutti i paesi sviluppati.
La maggior parte della carne in commercio deriva perciò da allevamento intensivo.
L’allevamento intensivo, per il suo ambiente circoscritto ha dei vantaggi che riguardano il controllo e la salute degli animali stessi.
Ecco quali sono:
Al tempo stesso, l’allevamento intensivo ha degli svantaggi su cui spesso si basano le campagne e le proteste degli animalisti.
Vediamo assieme quali sono:
Gli allevamenti e in particolare gli allevamenti intensivi (ma in genere, ogni tipo di allevamento) generano un forte impatto ambientale, dovuto innanzitutto ai prodotti di scarto di un alto numero di animali (feci ed emissioni di gas) in zone relativamente ristrette.
Queste causano inquinamento delle falde acquifere, contaminazione dell’acqua e dell’aria, con eccesso di nitrati e fosfati.
Al tempo stesso i terreni utilizzati riducono la biodiversità e la capacità di assorbimento di anidride carbonica.
Ecco perché quando si parla di inquinamento si fa spesso riferimento anche ai diversi tipi di allevamento intensivo.
La differenza principale tra allevamento intensivo ed estensivo risiede nella qualità di vita dell’animale.
In questo caso infatti gli animali vengono portati al pascolo, hanno maggiore libertà di movimento, ed il fine è proprio quello di garantirgli una vita quanto più simile allo stato brado.
Non bisogna però credere che gli animali vivano completamente in natura senza l’ausilio dell’uomo.
Anche in questo caso, ad esempio, il solo foraggio dell’animale potrebbe non bastare a garantire una buona crescita e vengono perciò forniti cibi e acqua dall’uomo.
Vediamo nel dettaglio i vantaggi e gli svantaggi anche di questo tipo di allevamento:
Anche in questo caso però ci sono degli svantaggi che non si possono non considerare!
A volte si pensa che l’allevamento estensivo presenti solo dei vantaggi, e non si tiene conto di alcune criticità altrettanto importanti.
Ecco quali sono:
L’industria agroalimentare afferma che le carni prodotte in Italia sono le più sane, rispetto a quelle prodotte negli altri paesi.
Gli allevamenti intensivi sono i più diffusi, anche perché l’allevamento estensivo è praticabile soltanto in zone di montagna non destinate all’agricoltura.
Tuttavia quest’ultima pratica si sta diffondendo sempre di più negli ultimi anni, soprattutto nelle zone meridionali come Calabria e Sicilia.
Abbiamo visto le caratteristiche sia dell’allevamento estensivo, sia dell’allevamento intensivo: entrambi hanno i loro pro e contro ed alcuni punti in comune, come il fatto che in entrambi i casi si usa mangime artificiale per nutrire l’animale.
Un’altra analogia importante da ricordare è che, indipendentemente dal tipo di allevamento, la carne deve rispettare le norme europee di qualità del prodotto, sia esso carne o derivati come latte e uova.
Quindi, ricordiamoci che in entrambi i casi vengono fatti degli importanti controlli sulla qualità!
Naturalmente la crescita dell’animale all’aperto e la sua maggiore possibilità di movimento conferiscono alla carne caratteristiche diverse, e potenzialmente più qualitative (ricordiamo ancora che non sempre è così): carne più rossa e più ricca di grassi insaturi buoni.
Abbiamo fatto finalmente chiarezza su questi due tipi di allevamento, se ti è stato utile visita il nostro blog per leggere altri articoli!